CHI SONO
Mi chiamo Giulia, ho 34 anni, vivo a Modena e lavoro all’Università di Bologna come ricercatrice in Sociologia. Oltre al lavoro accademico, tengo formazioni e faccio consulenza per pubbliche amministrazioni e organizzazioni di terzo settore. Realizzo anche contenuti su Instagram dedicati alla sociologia e alla carriera accademica.
Mi piace viaggiare in bicicletta, perché è il mezzo di trasporto più democratico e contribuisce non solo alla sostenibilità economica, ma anche a quella sociale.
PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
- 2024. Ganugi G., Coesione sociale e pratiche di urbanità innovativa. Una ricerca sulle Social Street tra sociologia e narrazione. Milano: FrancoAngeli.
- 2024. Pavani L. e Ganugi G. Social sustainability: what implications for social work? European Journal of Social Work.
PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE
- 2021. Paltrinieri R. e Allegrini G. Partecipazione, processi di Immaginazione Civica e sfera pubblica, 2020, FrancoAngeli, in Pandora Rivista.
- 2018. Addressing bottom-linked governance and citizenship through Living Street in the City of Ghent, The Commons Post – LabGov.
LE MIE ATTIVITà
Dal 2021, sono stata invitata a tenere seminari all’interno di corsi di laurea triennale e magistrale e di corsi di alta formazione e master di II livello. I temi ruotano intorno all’innovazione sociale e alla co-creazione.
Per l’anno accademico 2022/2023, ho ottenuto la cattedra, come professoressa a contratto, di un modulo del corso di Sociologia presso il corso di Laurea Triennale in Scienze politiche, sociali e internazionali del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Università di Bologna.
Parallelamente, ho tenuto delle formazioni per Enti di Terzo Settore e pubbliche amministrazioni sui temi del welfare, della co-progettazione e dell’amministrazione condivisa.
Nel 2023, ho ideato e sviluppato il corso Pedal’IS – Pedalare l’Innovazione Sociale, rivolto sia a chi analizza le innovazioni sociali per contribuire alla loro diffusione sia a chi genera innovazione sociale sul territorio.
Il filo rosso delle mie ricerche è l’Innovazione Sociale. Negli anni, il modo in cui la studio e analizzo si è evoluto, sia per quanto riguarda gli approcci teorici sia per quanto riguarda le tecniche di ricerca.
Il primo contatto con il tema è avvenuto grazie alla conoscenza del lavoro di Frank Moulaert e del suo gruppo di ricerca, che si concentra sui movimenti sociali e le trasformazioni politiche. In questa fase, ho approfondito la governance degli spazi pubblici.
In un secondo momento, ho spostato lo sguardo sui processi di governance delle politiche sociali e dei servizi di welfare, usando i lavori di Charles Sabel sulla governance sperimentalista, di Niels Åkerstrom Andersen sul welfare delle potenzialità e di tutti gli studiosi della co-creazione (tra cui Elke Loeffler, Tony Bovaird, Taco Brandsen, Victor Pestoff).
Ho applicato il quadro concettuale che ne è derivato a varie tematiche e vari studi di caso. Prediligo l’uso di tecniche di ricerca qualitative, affiancandovi tecniche di ricerca creative, e utilizzo la social network analysis per lo studio dei modelli di governance e dei rapporti organizzativi.
Come scienziatз socialз, abbiamo bisogno che le persone ci raccontino le loro storie, che ci parlino di sé e del mondo, ma credo che abbiamo anche il dovere, culturale e politico, di restituire la nostra interpretazione di quelle storie e i loro possibili significati a chi quel mondo lo vive, usando i linguaggi più idonei ai vari contesti.
Per questo, a settembre 2020, ho cominciato a usare il mio profilo Instagram per diffondere contenuti sociologici. Questo mi ha dato una voce pubblica, che in un secondo momento ho utilizzato anche per parlare della carriera accademica e diffondere un approccio al lavoro più lento e sostenibile.
Da questo progetto di comunicazione, sono nate collaborazioni e partecipazioni ad eventi, sia di carattere scientifico sia di carattere divulgativo.
Durante il mio percorso di dottorato, ho sofferto la mancanza di una rete di colleghi e un processo di socializzazione al ruolo, tramite cui persone che ricoprono ruoli lavorativi più avanzati mi “insegnassero il mestiere” e – appunto – socializzassero alle pratiche accademiche.
Così, durante gli anni successivi, mentre svolgevo gli assegni di ricerca, ho deciso che avrei fatto quanto possibile, nel mio piccolo, per non fare vivere le stesse sensazioni ad altrз giovani ricercatorз. Per questo, ho iniziato a utilizzare il mio profilo Instragram anche per parlare di carriera accademica, dando consigli pratici e condividendo aspetti emotivi del lavoro.
Tengo talmente tanto a questo tema della socializzazione al ruolo accademico che dal 2024 ho iniziato ad approfondirlo come tema di ricerca.
Inoltre, siccome non esisteva uno spazio accademico – interdisciplinare, intergenerazionale e soprattutto collaborativo – l’ho creato. Si chiama Accademia Innovativa e si trova su Discord.
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